Malta, un viaggio sostenibile tra le isole del miele
La consapevolezza ambientale cresce sempre di più e così anche la scelta di destinazioni e fornitori che adottano pratiche sostenibili.
Tra le mete predilette vi è senza dubbio l’arcipelago di Malta che sostiene iniziative che rigenerano il territorio e il tessuto sociale e progetti di ampio respiro finalizzati a ridurre l’impatto ambientale del comparto turistico nell’arcipelago.Tra le teorie relative alle origini del nome di Malta, la più affascinante è sicuramente quella secondo cui il toponimo greco dell’isola, Melite, deriva da μελιττα (melitta, ape) e μελι (meli, miele). Non abbiamo prova certa che l’etimologia sia corretta, ma sappiamo che api e miele sono componenti che, tre millenni fa come oggi, non sono mai mancati a Malta.
È giusto che un racconto su Malta, quale destinazione sostenibile, parta proprio da qui: dalle api e dalla cultura del miele, vero e proprio oro liquido dell’arcipelago che, oltre alle proprietà benefiche che variano, come il gusto, a seconda delle stagioni e delle diverse fioriture, contribuisce anche alla conservazione e alla salvaguardia dell’ambiente naturale locale.
Il miele, a Malta, è parte del DNA: già i Fenici praticavano l’apicultura, secondo metodi che hanno attraversato i secoli giungendo fino a poche generazioni fa, quando sono stati introdotti nell’arcipelago i primi alveari moderni.
Ed è con lo stesso spirito, un mix di conservazione e innovazione, di identità e responsabilità, che Malta preserva tanto il nettare delle api quanto l’habitat in cui queste vivono e, insieme a loro, il paradiso mediterraneo di uccelli, animali terrestri e marini, parchi e riserve, e cultura umana che prolifera.
Ma anche allargando ulteriormente l’obiettivo su un’ottica globale, ci si accorge di come Malta si configuri sempre più quale destinazione da scegliere in quanto a sostenibilità e consapevolezza ambientale: nel 2023, infatti, l’arcipelago si è classificato al quarto posto in una classifica di 180 paesi per l’EPI (Indice di Performance Ambientale), stilata dall’Università di Yale secondo i criteri di salute ambientale (qualità dell’aria, settore idrico, benessere umano) e vitalità dell’ecosistema (biodiversità, mitigazione dei cambiamenti climatici, agricoltura sostenibile).
Per il viaggiatore, a Malta non mancano storie di sostenibilità e pratiche responsabili che, unitamente ad una proposta di eccellenza, offrono la consapevolezza di stare contribuendo alla salute del luogo, oltre che alla diffusione di un messaggio green da riportare nei paesi di provenienza. Proprio come le api.
Tra saperi, storia, mare e natura: Malta da scoprire a basso impatto
Ogni viaggiatore arriva con la voglia di vivere appieno le bellezze di Malta, rispettandone, al contempo, l’unicità e il delicato equilibrio che contraddistingue il clima nell’arcipelago. Sono tante le attività all’aperto che permettono di attraversare le isole con minimo impatto ambientale: bicicletta, segway o anche un giro a bordo dei rolling geek, piccole auto elettriche facilissime da guidare.
E la stessa cosa vale per il mare: le coste maltesi possono essere ammirate, dal mare, in kayak, in barca a vela, o anche in SUP, magari al largo delle 12 spiagge bandiere blu dell’arcipelago.
Da Malta si porta a casa, come souvenir, una bella storia in ogni caso.
Quella di Merrill, ad esempio, un’impresa sociale che mette in rete i produttori locali e che ha creato i Malta Rural Tours: nei luoghi di lavoro, questi tour hanno per protagonisti i produttori, con il loro racconto sui segreti del vino, dell’olio, dell’apicultura e dei saperi artigianali, come gli strumenti musicali o la produzione del sale. Conoscere le storie del loro lavoro significa dare al cibo, alle musiche e agli oggetti un sapore, un suono e un significato diverso: quello della condivisone, che fa bene tanto a chi viaggia quanto ai locali.
Valletta, rinascita di una capitale
Sono passati sei anni dall’elezione di Valletta a Capitale Europea della Cultura 2018: tra i progetti più interessanti che hanno visto la luce nell’ultimo periodo, sicuramente spiccano quelli di riqualificazione del tessuto urbanistico, che hanno ridato nuova identità a luoghi come Strait Street, abbandonata per decenni, oggi una delle strade più celebri della città. Lo stesso si può dire delle vicine Tre Città ovvero Senglea, Cospicua e Vittoriosa, tornate a splendere, e dei tantissimi palazzi d’epoca che a Valletta stavano andando in rovina e sono invece stati riconvertiti in Boutique Hotel di design.
Un’altra agricoltura è possibile: storie di regenerative farming
Justin Zammit Tabona, proprietario di Xara Collection e quindi tra gli altri dell’hotel di charme Xara Palace, ma anche il ristorante stellato De Mondion Mdina, insieme ai giovani agricoltori Cane e Cassandra, ha dato vita agli Xara Gardens, dietro a cui c’è l’idea di produrre cibo di qualità, sano e genuino, da utilizzare nelle proprie strutture, adoperando esclusivamente metodi di coltivazione sostenibile. Si tratta non soltanto di porre l’accento sulla riduzione degli sprechi e sull’attenzione al riciclo, ma anche sulla possibilità di portare avanti un modello di regenerative farming, finalizzato ad arricchire il suolo mantenendone intatte le caratteristiche e permettendone l’utilizzo anche in futuro. Il tipo di agricoltura di cui si avvalgono è quello dell’acquaponica, sistema che permette di trasformare anche i rifiuti in una risorsa: così il compost prodotto dal pesce allevato in vasca diventa fertilizzante per le